05 Novembre 2013: la proposta firmata;

12 Giugno 2014: la proposta approvata in commissione politiche economiche della Regione E-R;

22 Luglio 2014: la proposta viene APPROVATA in sede di Consiglio Regionale;

09 Aprile 2015: il Creser, dopo le elezioni regionali incontra i Consiglieri Regionali e l’Assessore al quale è stata attribuita la delega, tra l’altro alla tutela dei consumatori/utenti, e al consumo sostenibile.

Il Focus sul PROCESSO

Nel 2011 in Emilia Romagna, è iniziato un lento percorso che ha coinvolto diversi soggetti, già attivi sul proprio territorio in prassi di economia solidale, che hanno intravvisto in un azione di coordinamento paritetico e trasversale, la possibilità di raccogliere, rappresentare, sviluppare e promuovere diverse istanze dell’economia solidale.
I soggetti provenienti dai diversi territori hanno profuso le proprie energie alla ricerca di un linguaggio comune che sollecitasse la condivisione dei significati di ciascun elemento ritenuto portatore di “valore”.
Il CRESER ha stabilito prioritario concentrare la propria attenzione sui seguenti aspetti:
– acquisizione di consapevolezza della validità delle esperienze in atto;
– assunzione della responsabilità di una maggiore definizione delle stesse;
– avvio di tavoli da lavoro su temi comuni quali (RES, FEMS, Sovranità Alimentare, Beni Comuni, Abitare Solidale, ecc.), per sintetizzare proposte condivise e proponibili alle istituzioni;
– proposta alla Regione Emilia-Romagna affinché ne riconosca la validità e attivi nuovi percorsi economici rivolti ai diversi attori del territorio ( consumatori, imprese, associazioni, enti….);

Questo modo di “camminare sperimentando” ha permesso, non alle associazioni o ai gruppi, ma alle Persone che vi hanno partecipato di scoprire in questo il vero patrimonio del Creser che solo in seguito si è sviluppato nel rapporto di collaborazione con le Istituzioni.

I passaggi tra queste fasi, consequenziali tra di loro e non affatto scontate, hanno portato spontaneamente alla necessità di coinvolgere in questo percorso anche le Istituzioni, condividendo una “visione” che, superando la mera “legge per i Gas”, ha consentito a tutti gli attori in gioco di acquisire una consapevolezza propria del potenziale di espressione comune.

Il punto di riferimento della pluralità di soggetti che si coordinano tra di loro non sono così i GAS ma l’”economia solidale” nelle sue varie rappresentazioni e prassi.