Prologo (punti di forza)

  • Non c’è bene comune senza comunità
  • La comunità attiva e responsabile gestisce le risorse del proprio territorio
  • La gestione dei Beni Comuni deve vedere la partecipazione attiva e diretta dei cittadini

Premessa

Quanto di seguito descritto rappresenta un approfondimento del percorso già delineato dal precedente documento dal titolo “Il pensiero dell’Economia Solidale in Emilia Romagna” di
emanazione del CRESER. L’obiettivo del presente lavoro, considerata la sua complessità, consiste nello specificare alcuni punti ritenuti significativi ed aprire un confronto con tutti i soggetti che si riconoscono nel
documento “Le colonne dell’economia solidale” al fine di dare la possibilità a quanti lo vogliano, di apportare il proprio contributo.

I Beni Comuni

Quando si declina il termine “Bene Comune” solitamente si intende un bene -essenziale- la cui assenza può causare una grave carenza nel vivere quotidiano che può spingersi fino a determinare la cessazione della vita nel singolo individuo.
L’Economia Solidale sposta il centro dell’attenzione dall’individuo alla collettività della quale lo stesso è parte fondamentale.
Per l’Economia Solidale il Bene Comune necessita di essere rappresentato a partire dalle Relazioni Sociali intese come legami che si instaurano fra individui che occupano lo stesso habitat e che hanno compreso l’importanza della cooperazione e della mutualità e su questi principi pongono le fondamenta del loro agire.
La definizione di quale bene o servizio o altro possa definirsi “bene comune “ dipende dal contesto storico, sociale, economico e culturale in cui si opera; in ogni caso, però, oltre a necessitare di
essere intesi come mezzi di sussistenza e non come merci, i beni comuni incarnano ed esprimono un sistema di relazioni sociali fondate sulla cooperazione e sulla dipendenza reciproca che è di
fatto agli antipodi rispetto al modello in cui più soggetti non si conoscono e non hanno rapporti fra di loro.
A partire dalle esperienze e dalle prassi attuate dai soggetti che fanno riferimento all’Economia Solidale, a tutt’oggi, sono da considerarsi Bene comune i seguenti elementi: la “Relazione” tra le
persone ( tra i “volti”), la Conoscenza, l’Acqua, la Terra, il Paesaggio Ambiente e Territorio, l’Accesso alla terra-Sovranità alimentare, la Biodiversità, l’Energia, fino a comprendere,
anche se sembra scontato, l’Aria che respiriamo, la Salute , e il Lavoro.

La gestione dei Beni Comuni

Premessa ancora la nostra disponibilità a collaborare con le Istituzioni per promuovere progetti chiediamo agli interlocutori politici l’impegno a promuovere l’attribuzione alle comunità dei diritti di proprietà dei commons – intesi non come diritti all’alienazione dei beni, ma come diritto (o co-diritto) al loro controllo strategico e alla loro gestione operativa. Ciò è possibile, in particolare, sostenendo i soggetti del Terzo Settore che operano per la salvaguardia e lo sviluppo di beni comuni.
Un riferimento, tra la bibliografia disponibile, è costituito dagli studi di Elinor Ostrom (premio Nobel per l’economia 2009) di cui riportiamo un pensiero: “le comunità possono gestire i beni comuni meglio dei privati e dello stato grazie alla cooperazione, e quindi conviene affidare i beni comuni a enti economici controllati dalle comunità interessate alle diverse tipologie di beni
comuni. Quando non è possibile che le comunità gestiscano direttamente i commons, occorre comunque, sia sul piano dell’efficienza economica che sul piano democratico, coinvolgerle a pieno
titolo nella gestione dei beni comuni”.
A tal fine il CRESER vuole sottolineare il contributo che i cittadini , in forme diverse, possono esprimere ove chiamati a partecipare alla gestione dei Beni Comuni.Di seguito riportiamo, con alcuni esempi, alcune prassi attuate nel nostro territorio dai soggetti che fanno riferimento all’economia solidale.

Le prassi

  • Sinergie e spunti per la legge comuni a tutte le prassi Dare priorità, a soggetti che sviluppano già sul territorio prassi di Economia Solidale, che partono dal basso e che si riconoscono, nell’espressione come nelle intenzioni, e danno concretezza con prassi ai principi delle “Le 10 colonne dell’Economia Solidale”.
  • Favorire l’accesso all’azionariato popolare a sostegno di progetti per la gestione dei beni dei beni comuni
  • Promuovere la riduzione dei consumi
  • Accesso al credito (microcredito), specialmente al fine di poter ridurre i propri consumi e di conseguenza l’impatto ambientale;
  • Promuovere e facilitare modelli e strumenti per la gestione dei beni comuni in forma collettiva.

Argomenti trattati

  • Energia
  • Ambiente
  • Biodiversità
  • Terra
  • Accesso alla terra – sovranità alimentare
  • Paesaggio Ambiente e Territorio
  • Beni demaniali (di proprietà comunale, provinciale, regionale e nazionale) e usi civici
  • Acqua

Allegati